Half-Dream Project

“Saggia decisione, Mister Freeman. Ci vedremo lassù…” Con queste parole finiva Half-Life, splendido gioco targato Valve, in cui il protagonista si trovava a dover affrontare minacce aliene e militari troppo zelanti, inviati da un governo che voleva nascondere il più grosso disastro dopo Chernobyl. Ma cosa vogliono dire quelle parole? Chi è e per chi lavora il misterioso uomo con la valigetta? Riguardo alle ultime due domande preferiamo aspettare la versione ufficiale di Valve, ma ci siamo permessi di rispondere alla prima. In questo modo è nato Half-Dream, il nostro mod che narrerà gli avvenimenti tra il primo ed il secondo capitolo della saga di Half-Life. La nostra storia inizia con Gordon Freeman esitante prima di varcare la soglia che lo porterà a lavorare per l’uomo con la valigetta. Ma, cosciente di quale sarebbe la sua sorte se non accettasse l’impiego, guarda negli occhi il suo futuro datore di lavoro ed entra nel teletrasporto. In un istante di piena consapevolezza egli ode parole di apprezzamento nei confronti della sua scelta, parole quasi colme di sollievo. Istantaneamente i miliardi di atomi che compongono il suo corpo si separano gli uni dagli altri e viaggiando alla velocità della luce raggiungono il luogo nel quale si ricomporranno a formare l’eroe chiamato Gordon Freeman. Quando riapre gli occhi, il nostro protagonista si accorge di essere all’interno di un apparecchio che ancora pulsa dell’immensa energia che lo ha portato fin lì. D’istinto si guarda attorno e scopre diversi macchinari di quel tipo, alcuni al lavoro nel ricevere e spedire persone o oggetti, altri in riposo, ed uno…beh, uno circondato da strisce gialle, con le luci spente, ma al cui interno si possono chiaramente vedere macchie di sangue. Gordon distoglie lo sguardo e si rende conto di essere osservato da degli scienziati, che in quel momento cominciano a parlargli: “Salve Gordon Freeman, la stavamo aspettando” “No, non parli, è inutile, non la possiamo sentire. Queste apparecchiature sono state costruite in tutta fretta, e abbiamo preferito puntare sulla sicurezza.” In quel momento l’eroe si ricorda del macchinario spento, quello sporco di sangue, e guardandolo riceve una poco convinta risposta al suo interrogativo: “Beh, l’apparecchio accanto al suo era…difettoso, e comunque non le abbiamo spiegato perché si trova qui.” “Ci lasci dire intanto che noi lavoriamo per l’uomo che l’ha appena assunta, e che nei piani originali lei doveva essere mandato subito alla sua destinazione finale.” “Già, ma nelle ultime ore si sono verificati alcuni problemi di teletrasporto. Ci sono delle strane turbolenze a causa delle quali non riusciamo a teleportare persone a grandi distanze, e in alcuni momenti, neppure per brevi tratti.” “In pratica, il fenomeno va a fasi: nei momenti migliori, più una persona o un oggetto vengono mandati lontano, più danni presentano al loro arrivo; mentre per alcuni periodi tutto ciò che mandiamo…non arriva.” “Ma non si deve preoccupare, dottor Freeman, innanzitutto perché questi sono teletrasportatori speciali, e servono ad evitare la maggior parte dei problemi di chi li utilizza, li abbiamo costruiti proprio per questo. In secondo luogo questo è un momento favorevole ai viaggi.” “Esatto, quindi non perdiamo tempo e mandiamo il signor Freeman alla sua destinazione” “Certo, ci vorranno solo pochi secondi. Quando arriverà a destinazione, una guardia la scorterà a piedi al suo alloggio temporaneo. Arrivederci, dottor Freeman, e buon viaggio.” Subito la macchina si accende, ma dopo pochi secondi un allarme risuona, luci rosse si accendono, e Gordon sente gli scienziati esclamare: “Fermate le macchine” “È Troppo tardi, ora si può soltanto…” “Non dirlo, fallo!” “Signor Freeman, stiamo cercando di invertire il processo. Potrebbe ancora tornare indietro, signor…” Poi buio. E Improvvisamente un lampo rosso, e dolore. Poi di nuovo buio e di nuovo dolore. Infine Gordon Freeman ritorna al macchinario, senza sapere quanto è stato effettivamente assente. Ma non è finita: vede gli scienziati che parlano tra di loro e con lui, ma i suoni che sente non sono le loro voci. Invece, sente rumore di motori, cingoli che si muovono, armi che sparano, e comandi militari. Poi di nuovo buio e di nuovo lampi rossi. Gordon Freeman riapre gli occhi in uno strano ambiente. Ai suoi piedi una grata, e attorno un anello che smette in quel momento di girare e risplendere di luci e colori. “Questo mi ricorda un film di fantascienza che ho visto qualche anno fa” pensa l’eroe. Davanti a lui, un bunker temporaneo fatto di sacchi di sabbia, e attorno delle torrette. Nella stanza nota anche diverse casse, e su una parete una vetrata, dietro la quale stanno due militari e una persona che assomiglia al misterioso uomo con la valigetta. Tutti e tre lo stanno guardando sorpresi. “Ma dove sono finito?!”

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